“Conclavi, scandali e potere: cosa stava per rivelare il Cardinale Parolin a Bianca Berlinguer nell’intervista che il Vaticano ha fatto sparire”

Dai Borgia a Parolin: I 3 conclavi più scandalosi della storia vaticana

Quando pensiamo al Vaticano, spesso immaginiamo solennità, silenzio e tradizione. Tuttavia, dietro quelle imponenti mura, la storia dei conclavi – le assemblee segrete per l’elezione dei papi – nasconde intrighi che farebbero impallidire i migliori sceneggiatori televisivi. Mentre oggi si discute dell’intervista cancellata al Cardinale Pietro Parolin, che avrebbe offerto uno sguardo sul futuro conclave, è affascinante esplorare quei momenti storici in cui l’elezione del pontefice ha assunto toni decisamente poco spirituali e molto più terreni.

La recente cancellazione della puntata di “È sempre Cartabianca” con il Segretario di Stato Vaticano Parolin, considerato tra i papabili al prossimo conclave, ha alimentato numerose speculazioni. La conduttrice Bianca Berlinguer ha semplicemente dichiarato “Non sto bene”, ma sui social network sono immediatamente circolate ipotesi sul contenuto dell’intervista mai andata in onda e sulle possibili pressioni per impedirla, riflettendo l’alone di mistero che ancora oggi circonda le dinamiche elettorali vaticane.

L’impero Borgia: quando il papato divenne merce al mercato

Nel 1492, mentre Colombo attraversava l’Atlantico, Roma assisteva a uno dei conclavi più controversi della storia. Rodrigo Borgia, un ambizioso cardinale spagnolo, decise che era giunto il momento di conquistare il soglio pontificio, e lo fece nel modo più diretto possibile: comprando i voti necessari.

Lo storico Francesco Guicciardini documentò come Borgia “comprò apertamente, come si comprano le merci al mercato, molti cardinali, dando a chi stati, a chi rendite, a chi denari, offerendo uffici e benefici della sua casa.” Non si trattava di piccoli favori: il cardinale spagnolo distribuì letteralmente palazzi interi ai suoi sostenitori. Il Cardinale Ascanio Sforza, ad esempio, ricevette il prestigioso incarico di Vice-Cancelliere della Chiesa e il sontuoso Palazzo Borgia, mentre altri ottennero abbazie, diocesi e borse piene di ducati d’oro.

Eletto come Papa Alessandro VI, Borgia trasformò il Vaticano in un centro di potere familiare, nominando il figlio diciottenne Cesare cardinale e utilizzando la figlia Lucrezia come pedina in strategiche alleanze matrimoniali. Il suo pontificato divenne sinonimo di corruzione, nepotismo e mondanità, tanto da ispirare secoli dopo serie televisive e romanzi sulla sua controversa dinastia.

Il conclave infinito: 1006 giorni per eleggere un papa

Se le elezioni moderne sembrano protrarsi a lungo, nulla è paragonabile al conclave del 1268-1271 a Viterbo. Per quasi tre anni, 19 cardinali rimasero bloccati in un’estenuante impasse, incapaci di raggiungere il consenso necessario per eleggere il successore di Papa Clemente IV.

I porporati, divisi in fazioni filo-francesi e filo-imperiali, rifiutavano qualsiasi compromesso, riflettendo le tensioni politiche europee dell’epoca. La situazione divenne così insostenibile che i cittadini viterbesi adottarono misure drastiche: prima limitarono l’alimentazione dei cardinali a pane e acqua, poi – in un gesto che oggi apparirebbe inconcepibile – rimossero il tetto del palazzo dove si svolgeva il conclave, esponendo gli elettori alle intemperie.

Quando anche queste misure fallirono, i viterbesi esasperati ridussero ulteriormente le razioni alimentari e confinarono tutti i cardinali in un’unica stanza con un solo letto. Solo dopo 1006 giorni di stallo, venne finalmente eletto Teobaldo Visconti, che prese il nome di Gregorio X. L’esperienza fu così traumatica che il nuovo pontefice istituì immediatamente regole più severe per i futuri conclavi, creando di fatto il sistema di clausura che ancora oggi caratterizza l’elezione papale.

Quando la Chiesa ebbe tre papi contemporaneamente

Il Grande Scisma d’Occidente (1378-1417) rappresenta probabilmente il periodo più caotico nella bimillenaria storia del papato. Tutto iniziò con l’elezione di Urbano VI, un papa italiano scelto sotto la pressione della popolazione romana che temeva il ritorno della sede papale ad Avignone.

Il nuovo pontefice, però, si rivelò sorprendentemente severo con i cardinali, criticando aspramente il loro stile di vita lussuoso e minacciando riforme radicali. I porporati, molti dei quali francesi, reagirono drasticamente: pochi mesi dopo si riunirono nuovamente, dichiararono invalida la precedente elezione e nominarono un antipapa, Clemente VII, che si stabilì ad Avignone.

L’Europa si divise: Francia, Scozia, Castiglia, Aragona e Napoli riconoscevano Clemente VII, mentre Italia, Germania, Inghilterra e gran parte del Nord Europa restavano fedeli a Urbano VI. Ogni papa scomunicava l’altro e i suoi sostenitori, creando uno scenario di confusione teologica e politica senza precedenti.

La situazione degenerò ulteriormente quando, alla morte dei due contendenti, vennero eletti i rispettivi successori. Nel tentativo di risolvere lo scisma, i cardinali di entrambe le fazioni convocarono il Concilio di Pisa nel 1409, dove deposero i due papi rivali ed elessero un terzo, Alessandro V. Il problema? Nessuno dei due papi esistenti accettò di dimettersi, portando la Chiesa alla situazione surreale di avere tre papi simultaneamente. Solo nel 1417 il Concilio di Costanza riuscì a ristabilire l’unità, deponendo tutti i contendenti ed eleggendo Martino V come unico pontefice legittimo.

I conclavi contemporanei: strategie e fazioni nell’era moderna

Sebbene gli ultimi conclavi siano stati indubbiamente più ordinati rispetto ai loro predecessori medievali, le dinamiche di potere, le fazioni e le strategie continuano a giocare un ruolo fondamentale. L’elezione di Papa Francesco nel 2013 ha dimostrato come le divisioni interne alla Chiesa tra conservatori e riformisti possano ancora influenzare significativamente il risultato finale.

Il giornalista Gerard O’Connell ha rivelato come Bergoglio ottenne 45 voti già nel secondo scrutinio, arrivando a 85 nella quinta votazione decisiva. Lo stesso Francesco ha successivamente confermato l’esistenza di strategie conclavari, ammettendo che nel 2005 il suo nome venne utilizzato per contrastare l’elezione di Joseph Ratzinger, ricevendo 40 voti su 117 come “candidatura di blocco”.

Il Cardinale Parolin, protagonista dell’intervista cancellata, rappresenta oggi una figura chiave nell’attuale equilibrio vaticano. Come Segretario di Stato, è considerato da molti osservatori un potenziale successore di Francesco, incarnando una linea di continuità con le riforme dell’attuale pontificato.

Futuro conclave: globalizzazione del collegio cardinalizio

L’attuale composizione del collegio cardinalizio riflette le profonde trasformazioni volute da Papa Francesco, che ha nominato circa il 79% degli elettori, privilegiando porporati provenienti da paesi tradizionalmente sottorappresentati. Dei 135 cardinali elettori attuali, 53 sono europei, 37 americani (con una forte componente latinoamericana), 23 asiatici, 18 africani e 4 oceaniani.

Questa diversificazione geografica rappresenta un cambiamento sostanziale rispetto al passato e potrebbe influenzare profondamente la direzione futura della Chiesa Cattolica, riflettendo il suo carattere sempre più globale. Francesco ha deliberatamente cercato di ridimensionare il peso europeo, nominando cardinali da paesi che mai prima avevano avuto rappresentanti con diritto di voto in un conclave.

Nonostante l’evoluzione tecnologica e la pressione mediatica, il Vaticano mantiene rigidamente la segretezza del conclave, con severi divieti di comunicazione con l’esterno. Per l’elezione del 2013, sono stati installati dispositivi di disturbo per prevenire intercettazioni e la Cappella Sistina è stata accuratamente ispezionata per individuare eventuali microspie, dimostrando come l’antica istituzione cerchi di preservare i suoi rituali nell’era digitale.

Il mistero e il potere dietro le porte chiuse

I conclavi rappresentano da sempre un affascinante intreccio tra dimensione spirituale e realpolitik ecclesiastica. Se le elezioni papali del passato erano caratterizzate da corruzione, intimidazioni e interferenze esterne, oggi il processo è certamente più regolamentato, ma non meno complesso nelle sue dinamiche interne.

Le vicende dei Borgia, del conclave di Viterbo e del Grande Scisma ci ricordano che, nonostante la sua vocazione spirituale, la Chiesa è anche un’istituzione gestita da uomini, con tutte le fragilità e le contraddizioni che questo comporta. Paradossalmente, proprio da questi momenti di crisi sono spesso emerse le riforme più significative nella storia ecclesiastica.

Mentre attendiamo l’eventuale riprogrammazione dell’intervista al Cardinale Parolin, possiamo riflettere su come, nonostante secoli di evoluzione, i conclavi mantengano quell’aura di mistero che li rende uno degli ultimi grandi rituali segreti del mondo contemporaneo, dove le decisioni prese dietro porte chiuse continuano a influenzare la vita di oltre un miliardo di fedeli in tutto il mondo.

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