Svela il Segreto dei Termosifoni: Come Eliminare Quella Zona Fredda che Ti Fa Sprecare Soldi Ogni Giorno

Come spurgare correttamente i termosifoni: efficienza e risparmio energetico

L’accumulo di aria nei termosifoni non è solo responsabile di quel tipico suono “gorgogliante” che si sente all’avvio dell’impianto. È anche la causa principale della cosiddetta “zona fredda superiore”, in cui la parte superiore del radiatore resta fredda mentre il calore si concentra solo nella parte inferiore. Questo squilibrio compromette significativamente l’efficienza del riscaldamento domestico e può far lievitare i consumi energetici, senza offrire il comfort termico desiderato.

La presenza di aria significa che l’acqua calda circola in modo irregolare, ostacolata da sacche di gas che si formano nel circuito. La soluzione non è complicata, ma va eseguita con precisione per evitare danni alla caldaia o perdite in casa: serve una chiave di spurgo, un recipiente per raccogliere l’acqua e un controllo attento della pressione del sistema. Quando eseguito correttamente, lo spurgo migliora la resa calorica dell’impianto, riduce i costi di riscaldamento e previene problemi più gravi a lungo termine.

Perché l’aria si accumula nella parte alta dei termosifoni

I sistemi di riscaldamento domestico centralizzati, come i termosifoni ad acqua calda, si basano sulla circolazione continua di fluido termovettore che trasporta calore dalla caldaia ai radiatori. Quando il sistema viene riempito o riavviato dopo mesi di inattività, una certa quantità di aria resta intrappolata. Questa presenza gassosa deriva principalmente dall’immissione iniziale durante il riempimento dell’impianto, da microinfiltrazioni attraverso giunti o valvole non perfettamente sigillate, e dal degassaggio naturale dell’acqua circolante (soprattutto con caldaie a circuito aperto).

Essendo meno densa, l’aria tende a risalire verso la parte alta del termosifone, dove manifesta la sua presenza bloccando il passaggio dell’acqua calda. Il risultato è un riscaldamento asimmetrico: la sezione inferiore del radiatore diventa rovente, mentre quella superiore resta fredda. Questo fenomeno è più frequente nei periodi di avvio stagionale della caldaia, tipicamente in autunno.

Ogni sacco d’aria nei radiatori rappresenta una resistenza idraulica all’efficienza del circuito. In un’abitazione di 80-100 m² si calcola che lo spreco possa superare anche il 15% del rendimento ideale del sistema di riscaldamento.

Strumenti necessari per uno spurgo efficace dei termosifoni

Molti considerano lo spurgo dei termosifoni come un’operazione banale: si prende una chiave, si svita lo sfiato finché esce acqua e si richiude. In realtà, un approccio più meticoloso produce risultati migliori, soprattutto in ottica di manutenzione preventiva e efficienza termica.

Per un’operazione di spurgo efficace, è necessario disporre di una chiave di spurgo adatta alla valvola del radiatore, un contenitore per raccogliere l’acqua che fuoriesce, e eventualmente un panno per asciugare eventuali gocce. Durante lo spurgo, piccole particelle di ossido di ferro e depositi ferrosi leggeri possono essere rilasciati dal circuito. Questi residui derivano dalla corrosione elettrochimica tra metalli dissimili nelle tubazioni. Se rimessi in circolo, possono ostruire filtri e valvole, danneggiando circolatori e la stessa caldaia.

Come capire quando l’aria è stata completamente eliminata

Per capire quando terminare lo spurgo, bisogna osservare non solo quando l’acqua inizia a fuoriuscire, ma anche il comportamento delle bollicine d’aria residue. Utilizzare un contenitore adeguato consente di convogliare acqua e aria in un recipiente pulito, evitando schizzi sul muro o sul pavimento, monitorare visivamente la sequenza delle bolle d’aria, ed eseguire un’operazione più igienica.

Il parametro chiave da osservare è la continuità del flusso: finché emergono bollicine intermittenti, significa che il cuscinetto d’aria non è stato del tutto evacuato. Solo quando l’acqua fuoriesce senza interruzioni e non si osservano più sacche gassose, è il momento giusto per chiudere la valvola.

L’importanza di controllare la pressione della caldaia dopo lo spurgo

Lo spurgo dei termosifoni modifica l’equilibrio pressorio dell’intero impianto. Svaporando aria e piccole quantità d’acqua, si abbassa il livello totale del liquido nel circuito. Una caldaia moderna, in genere, funziona in un range di 1-1,5 bar (a freddo). Dopo aver spurgato anche un solo radiatore, è fondamentale verificare il manometro della caldaia prima di riattivare l’impianto.

Una pressione inferiore a 1 bar può innescare errori nei pannelli digitali delle caldaie a condensazione, rendere più rumorosa la pompa di circolazione, e favorire nuova formazione di bolle nei punti alti dei radiatori. Per riportare il livello alla norma, è sufficiente agire sulla valvola di carico della caldaia (in genere una manopolina blu o nera situata sotto il corpo macchina). Aprire lentamente fino a raggiungere 1.2–1.4 bar, poi richiudere. Ogni intervento sul carico deve sempre avvenire a circuito freddo, preferibilmente con l’impianto spento da almeno mezz’ora.

Errori da evitare durante lo spurgo dei termosifoni

Alcuni errori comuni possono compromettere l’efficacia dello spurgo e causare danni anche seri. In particolare:

  • Aprire lo sfiato senza recipiente: l’acqua può danneggiare intonaci o pavimenti
  • Usare attrezzi metallici non adatti: una pinza può danneggiare la valvola
  • Spurgare con la caldaia in pressione o calda: l’operazione risulta meno efficace
  • Dimenticare di rabboccare acqua nella caldaia dopo lo spurgo
  • Chiudere lo spurgo al primo getto d’acqua trasparente

Spurgare un solo termosifone può bastare se si tratta del punto più alto dell’impianto, ma in impianti su due piani, è consigliato eseguire la procedura su ciascun radiatore, partendo da quelli ai piani superiori e proseguendo verso il basso.

Frequenza ottimale per lo spurgo dei termosifoni

In condizioni ottimali di tenuta e qualità dell’acqua, uno spurgo all’anno – di norma all’inizio dell’autunno – è sufficiente. Ci sono alcune situazioni in cui è raccomandato spurgare più spesso: dopo ogni intervento sull’impianto (sostituzione valvole, cambio caldaia), dopo periodi prolungati di inattività (oltre 6 mesi), se si notano rumori anomali nei termosifoni o variazioni improvvise di temperatura, o se la pressione della caldaia scende rapidamente dopo la ricarica.

Completare correttamente lo spurgo migliora anche la durata dell’intero impianto. L’eliminazione dell’aria riduce la corrosione interna generata da ossigeno residuo e abbassa la possibilità di formazione di fanghi termici. In presenza di radiatori in acciaio o ghisa, conservare un circuito idraulico ben equilibrato significa preservare decenni di efficienza.

Temperatura ideale dell’impianto durante l’operazione di spurgo

È consigliabile effettuare lo spurgo con impianto completamente fermo e preferibilmente freddo. Questo perché con i termosifoni caldi, il comportamento del fluido può essere alterato, rendendo meno evidente la differenza tra acqua e aria. Con l’impianto fermo, ogni fase dell’operazione diventa più controllabile e la pressione interna del circuito è più stabile, consentendo manovre più sicure.

Benefici economici ed energetici dello spurgo regolare

Dedicare attenzione a questa semplice operazione può portare diversi vantaggi. Uno spurgo eseguito con regolarità permette di migliorare la distribuzione del calore in tutta la casa, ridurre i consumi energetici fino al 15%, limitare la rumorosità dell’impianto, prolungare la vita utile di caldaia e radiatori, e prevenire la formazione di depositi nel circuito.

Il tempo necessario per spurgare correttamente un termosifone, compreso controllo pressione caldaia, raramente supera i 10 minuti. Eppure può fare la differenza sia sul benessere termico domestico, sia sulla vita utile dell’impianto di riscaldamento.

Considerando che il riscaldamento rappresenta in media il 70% del consumo energetico di un’abitazione, mantenere i termosifoni perfettamente funzionanti permette di ottenere la temperatura desiderata con minore dispendio energetico. In termini pratici, uno spurgo regolare può tradursi in un risparmio annuale che varia dai 50 ai 150 euro, a seconda delle dimensioni dell’abitazione e del costo dell’energia.

Manutenzione preventiva per un impianto efficiente

Oltre allo spurgo, sono raccomandate altre pratiche di manutenzione per l’efficienza dell’impianto di riscaldamento. Tra queste, la verifica periodica del pH dell’acqua nel circuito e l’eventuale aggiunta di inibitori di corrosione per proteggere le componenti metalliche. Negli impianti più vecchi, dove la formazione di fanghi può essere significativa, potrebbe essere consigliabile un lavaggio completo del circuito ogni 5-8 anni.

Un impianto ben equilibrato consente di utilizzare temperature di mandata dell’acqua più basse, aspetto particolarmente vantaggioso per le caldaie a condensazione, che in queste condizioni possono esprimere la loro massima efficienza. La manutenzione di un impianto di riscaldamento non richiede necessariamente interventi complessi o costosi. Operazioni semplici come lo spurgo periodico dei termosifoni, se eseguite correttamente, garantiscono comfort, efficienza e longevità dell’impianto.

Con la crescente attenzione alla sostenibilità energetica, anche le pratiche di manutenzione più semplici acquisiscono importanza strategica nella gestione consapevole della casa e delle sue risorse. Un piccolo gesto tecnico, se eseguito con consapevolezza, può migliorare significativamente il comfort domestico durante l’inverno, garantendo ambienti uniformemente riscaldati e bollette più leggere.

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